Nature éternelle
Un concerto del coro Hic et Nunc dedicato totalmente alla Natura e agli emozionanti spettacoli che ci regala, dal mormorio delle onde in Monteverdi ai paesaggi viventi di Clausetti, passando per le atmosfere romantiche di Rheinberger e Saint-Saëns, omaggiato nel titolo dell’evento nel centenario dalla sua morte.
Programma
Evening rise, spirit come. Sun goes down when the day is done. Mother earth awakens me with the heartbeat of the sea.
S’alza la sera, lo spirito sorge. Il sole scende quando il giorno finisce. La Madre Terra mi sveglia con il battito cardiaco del mare.
Testo: Torquato Tasso (1544-1595)
Ecco mormorar l’onde e tremolar le fronde a l’aura mattutina e gli arboscelli. E sopra i verdi rami vaghi augelli cantar soavemente e rider l’oriente. Ecco già l’alba appare e si specchia nel mare e rasserena il cielo e imperla il dolce gelo e gli alti monti indora. O bella e vaga aurora! L’aura è tua messaggera e tu dell’aura ch’ogni arso cor ristaura.
Ecco mormorare le onde e oscillare le piante e i ramoscelli nella brezza mattutina e sopra i rami verdi i leggiadri uccelli cantare soavemente e risplendere all’orizzonte l’oriente. Ecco appare già l’alba e si specchia nel mare, e rasserena il cielo e copre di fresca rugiada la campagna, e colora d’oro le cime dei monti. O bella e dolce Aurora, la brezza annuncia il tuo apparire, e tu preannunci la brezza che rinvigorisce ogni cuore arido.
Per i più curiosi: Ecco mormorar l’onde
Testo: Charles d’Orleans (1394-1465)
Dieu! qu’il la fait bon regarder la gracieuse bonne et belle;pour les grans biens que sont en elle chascun est prest de la loüer. Qui se pourrait d’elle lasseru? Tojours sa beauté renouvelle. Par de ça, ne de là, la mer nescay dame ne damoiselle qui soit en tous bien parfais telle. C’est une songe que d’y penser: Dieu! qu’il la fait bon regarder.
Dio! Quanto fa bene guardare quanto è graziosa, buona e bella; per tutte le virtù che sono in lei ognuno è pronto a lodarla. Chi potrebbe stancarsi di lei? Sempre rinnova la sua bellezza. Né di qua né di là dal mare conosco dama o damigella così perfetta in tutte le virtù. E’ un sogno pensarci. Dio! Quanto fa bene guardarla.
Per i più curiosi: Dieu! Qu’il la fait bon regarder
Les fleurs et les arbres, les bronzes, les marbres, les ors, les émaux, la mer, les fontaines, les monts et les plaines consolent nos maux. Nature éternelle tu sembles plus belle au sein des douleurs! Et l’art nous domine, sa flamme illumine le rire et les pleurs.
I fiori e gli alberi, i bronzi, i marmi, gli ori, gli smalti, il mare, le fontane, i monti e le pianure consolano i nostri mali. Natura eterna, tu sembri più bella in mezzo ai dolori! E l’arte ci domina, la sua fiamma illumina il riso e il pianto.
Per i più curiosi: Camille Saint-Saëns
Testo: Friedrich Rückert (1788-1866)
Die Schwalbe schwingt zum Abendliede sich auf das Stänglein unterm Dach, im Feld und in der Stadt ist Friede, Fried’ ist im Haus und im Gemach. Ein Schimmer fällt vom Abendrote leis in die stille Straß’ herein und vorm Entschlafen sagt der Bote, es werd’ ein schöner Morgen sein.
La rondine vola per la canzone della sera sull’asticella sotto il tetto, nei campi e in città c’è pace, pace è in casa e nella camera. Un raggio cade dal rossore della sera silenzioso nella strada e prima di morire dice il messaggero, sarà un bel domani.
Per i più curiosi: Il Lied Romantico
Testo: Giovanni Pascoli (1855-1912)
Al mio cantuccio donde non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell’ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
Tu dici, E’ l’ora; tu dici, È tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l’albero, il ragno, l’ape, lo stelo,
cose ch’han molti secoli o un anno
o un’ora, e quelle nubi che vanno.
Lasciami immoto qui rimanere
fra tanto moto d’ali e di fronde;
e udire il gallo che da un podere
chiama, e da un altro l’altro risponde,
e, quando altrove l’anima è fissa,
gli strilli d’una cincia che rissa:
E suona ancora l’ora, e mi manda
prima un suo grido di meraviglia
tinnulo, e quindi con la sua blanda
voce di prima parla e consiglia,
e grave grave grave m’incuora;
mi dice, E’ tardi; mi dice, È l’ora.
Tu vuoi che pensi dunque al ritorno,
voce che cadi blanda dal cIelo!
Ma è bello questo poco di giorno
che mi traluce come da un velo!
Lo so ch’è l’ora, lo so ch’è tardi;
ma un poco ancora lascia che guardi.
Lascia che guardi dentro il mio cuore,
lascia ch’io viva del mio passato;
se c’è sul bronco sempre quel fiore,
s’io trovi un bacio che non ho dato!
Nel mio cantuccio d’ombra romita
lascia ch’io pianga su la mia vita!
E suona ancora l’ora, e mi squilla
due volte un grido quasi di cruccio,
e poi, tornata blanda e tranquilla,
mi persuade nel mio cantuccio.
è tardi! è l’ora! Sì, ritorniamo
dove son quelli ch’amano ed amo.
Nel mio cantuccio da dove non sento
se non il fruscio dei filamenti del grano
il suono delle ore viene col vento
dal borgo non visto:
suono che viene monotono e blando
come la voce di mia madre.
Tu, voce blanda e piacevole,
mi dici è l’ora! mi dici è tardi!
Ma lascia che ancora io guardi un altro po’
l’albero, il ragno, gli insetti e i fiori,
e le cose che vivono da molti anni o da un anno
o da un’ora e anche le nubi che passano nel cielo.
Lasciami qui fermo a guardare
fra tanto movimento di uccelli e di foglie;
e lasciami udire il gallo che da un podere
chiama e da un altro podere un altro gallo risponde,
e lasciami udire gli strilli di una cincia che si azzuffa
quando la mia anima guarda attentamente verso qualcosa.
E l’ora suona ancora e mi manda
un primo suono di meraviglia stridulo
e quindi con un altro suono blando
la voce mi parla e mi consiglia
e mi incoraggia in modo serio
e mi dice: è tardi! è l’ora!
Tu, voce, vuoi che io pensi al ritorno,
voce che cadi carezzevole dal cielo!
Ma lascia che io guardi ancora questo tramonto
di giorno che mi arriva con una luce velata!
Lo so che è l’ora, lo so che è tardi
ma lascia che io guardi un altro po’.
Lascia che guardi dentro il mio cuore
lascia che io riviva il mio passato;
e lascia che io guardi se sopra quel tronco c’è un fiore,
lascia che io trovi un bacio che non ho dato!
Nel mio cantuccio pieno di ombra solitaria
lascia che io pianga sulla mia vita passata!
L’ora suona ancora e mi squilla
due volte con grido quasi di rimprovero
ma poi ritornata blanda e carezzevole,
mi persuade nel mio cantuccio:
e io mi dico è tardi! è l’ora! Si ritorniamo
dove sono quelli che mi amano e che io amo.
Per i più curiosi: L’ora di Barga
Testo: Matteo Maria Boiardo (1441-1494)
Già mi trovai di maggio una mattina entro un bel prato, adorno d’ogni fiore. Sopra ad un colle a lato alla marina, che tutto tremolava di splendore. E tra le rose di una verde spina una donzella cantava d’amore. Movendo sì soave la sua bocca, che tal dolcezza ancor nel cor mi tocca.
Per i più curiosi: Tre espressioni madrigalistiche
L’ombra dei boschi d’Aser è tutta profumata: chi è colui che viene pel verde cammino? Chi è? È l’amato che aspetta l’amata? È giovine, è dolce. Ei sale dal deserto come il fumo da l’incensiere. L’ombra dei boschi d’Aser è tutta profumata: chi è colui che viene pel verde cammino? Chi è?
Per i più curiosi: 2 canti a 5 voci (Clausetti)
Saltavan ninfe, satiri e pastori fra gli odorati fiori, e cantando dicean: “Viva l’amore, viva l’amore, che in un momento impiaga e sana il core”. Saltavan ninfe, satiri e pastori fra gli odorati fiori.
Per i più curiosi: 2 canti a 5 voci (Clausetti)
Testo: Edgar Yypsel Harburg (1896-1981)
Somewhere over the rainbow, way up high, there’s a land that I heard of once in a lullaby. Somewhere over the rainbow skies are blue, and the dreams that you dare to dream really do come true. Someday I’ll wish upon a star and wake up where the clouds are far behind me. Where troubles melt like lemon drops, away above the chimney tops that’s where you’ll find me. Somewhere over the rainbow bluebirds fly. Birds fly over the rainbow. Why then, oh why can’t I? If happy little bluebirds fly beyond the rainbow, why, oh why can’t I?
Da qualche parte oltre l’arcobaleno, proprio lassù, c’è una terra di cui ho sentito parlare una volta in una ninna nanna. Da qualche parte sopra l’arcobaleno i cieli sono blu e i sogni che osi sognare veramente diventano realtà. Un giorno esprimerò un desiderio ad una stella e mi sveglierò dove le nuvole sono lontane dietro di me. Dove i guai si sciolgono come gocce di limone, lassù sopra le cime dei camini, è lì che mi troverai. Da qualche parte oltre l’arcobaleno volano uccelli blu. Glii uccelli volano oltre l’arcobaleno. Perché allora, oh, perché io non posso?Se gli uccelli blu volano felici oltre l’arcobaleno, perché io non posso?
Per i curiosi: Over the rainbow
Dove vai quando poi resti sola, il ricordo come sai non consola. Quando lei se ne andò, per esempio, trasformai la mia casa in un tempio.E da allora solo oggi non farnetico più, a guarirmi chi fu, ho paura a dirti che sei tu.
Ora noi siamo già più vicini. Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi.
Come può uno scoglio arginare il mare, anche se non voglio torno già a volare.
Le distese azzurre e le verdi terre, le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto, e poi giù il deserto, e poi ancora in alto con un grande salto.
Dove vai quando poi resti sola, senza ali tu lo sai non si vola. Io quel dì mi trovai, per esempio, quasi sperso in quel letto così ampio. Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei, io la morte abbracciai. Ho paura a dirti che per te mi svegliai.
Oramai fra di noi solo un passo. Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi.
Come può uno scoglio arginare il mare, anche se non voglio torno già a volare.
Le distese azzurre e le verdi terre, le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto, e poi giù il deserto, e poi ancora in alto con un grande salto.
Per i più curiosi: Io vorrei…non vorrei…ma se vuoi
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